Sono considerati fattori predisponenti la profondità del cavo
di Douglas e l’eccessiva mobilità del retto
per cedimento dei meccanismi di sostegno e
di fissazione, associata ad indebolimento
intrinseco delle pareti. |
E’ più frequente
nei pazienti con stipsi cronica e necessità
di ponzamento e sforzo prolungato
nell’evacuazione. |
In tali condizioni, la tensione esercitata nella fase di
vuotamento sulle pareti del retto facilita
l’invaginazione cioè la discesa della mucosa
dapprima settoriale sulla parete anteriore
poi circonferenziale sul punto di fissità
situato circa 6-8 cm dal margine anale.
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Se l’invaginazione rimane limitata al rivestimento mucoso
ampollare si definisce procidenza; quando
viene coinvolta anche la componente
muscolare si parla di prolasso. |
Radiologicamente la distinzione si basa sullo spessore della
plica invaginata. |
L’invaginazione persiste dopo il passaggio del bolo fecale
provocando sensazione di blocco anale e
impossibilità a proseguire l’evacuazione,
perché la caduta delle pareti nel lume
dell’ampolla occlude la via di efflusso
anale. |
La tendenza è alla riduzione spontanea in relazione alla
particolare conformazione dell’ampolla
rettale il cui tratto distale risulta
mobile, perchè corredato da muscolatura
ano-sfinteriale e pubo-rettale. |
La normalizzazione del complesso ano-rettale si determina per
risalita ed avvicinamento della giunzione
al pube, con conseguente allungamento
dell’ampolla, e scomparsa dell’invaginazione
parietale. |
La defecografia dinamica rappresenta l’esame con la maggiore
accuratezza per la diagnosi del prolasso in
quanto ne riesce a cogliere l’evidenza e le
caratteristiche in fase di instaurazione
precoce e conclamata. |
L’aspetto radiologico finale è quello di due cilindri
opacizzati da bario con diverso diametro
compenetranti l’uno nell’altro, con l’invaginato
all’estremo superiore e l’invaginante
situato caudalmente.
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L’immagine di doppio cilindro è prodotta dall’ampolla
opacizzata dal bario aumentata di diametro
con aspetto svasato a coppa, con protrusione
interna del retto superiore invaginato che
ha assunto morfologia tubulare. |
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PROLASSO INTERNO |
Il prolasso interno, rappresenta la tappa iniziale del
prolasso del retto e non ha espressione
ispettiva esterna: l’orifizio anale non
risulta compromesso. Si tratta di una
invaginazione ampollo-ampollare che si
evidenzia in fase di evacuazione conclamata
in cui si assiste ad aumento del calibro
anale con iniziale riduzione volumetrica
dell’ampolla rettale, nella cui parete
anteriore compare una introflessione con
formazione di una profonda plica che
esprime l’inizio del prolasso rettale. |
Serie defecografica
in soggetto con prolasso rettale interno
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Fig. 1 - fase di
riposo |
Fig. 2 - fase
espulsiva iniziale |
Il canale anale è chiuso. L’angolo
ano-rettale è quantificabile in 90°. |
Apertura del canale anale. L’angolo
ano-rettale è sensibilmente aumentato. I
profili dell’ampolla rettale sono ancora
regolari. |
Successivamente l’introflessione coinvolge
le porzioni distali dell’ampolla e si
concretizza il manicotto prolassante che non
impegna il canale anale. |
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Fig. 3 - fase
espulsiva in atto |
Fig. 4 - fase
espulsiva avanzata |
Comparsa di introflessione della parete
anteriore del tratto distale dell’ampolla. |
L’introflessione circonferenziale della
parete ampollare costituisce un manicotto
prolassante che non coinvolge il canale
anale. |
Il prolasso interno
è frequentemente associato a dischezia. |
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PROLASSO
INTRACANALICOLARE |
Nel prolasso intra-canalicolare il manicotto
ampollare invaginato si impegna nel canale
anale, è un invaginazione ampollo-anale.
Clinicamente l’ostacolo evacuativo risulta
marcato, e l’effetto di forzatura espletato
sulle pareti anali può compromettere il
sistema sfinteriale di contenzione
giustificando la possibile comparsa di
incontinenza paradossa nella fase di
cronicità .
Durante la fase precoce dell’evacuazione il
quadro defecografico è sovrapponibile a
quello del prolasso interno. |
Serie defecografica in soggetto con prolasso
rettale intracanalicolare |
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Fig. 1 - fase di
riposo |
Fig. 2 - fase
espulsiva iniziale |
Il canale anale è chiuso. L’angolo
ano-rettale è quantificabile in 90°. |
Apertura del canale anale. L’angolo
ano-rettale è sensibilmente aumentato. I
profili dell’ampolla rettale sono ancora
regolari. |
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Fig. 3 - fase
espulsiva in atto |
Fig. 4 - fase
espulsiva avanzata |
Il prolasso della parete ampollare si
impegna nel lume del canale anale. |
Il manicotto invaginato permane nel lume del
canale anale, ostruendolo. |
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In fase avanzata l’ introflessione della
parete ampollare si estende a tutta la
circonferenza del viscere giungendo ad
impegnare il lume del canale anale e qui
permane sino provocandone la completa
chiusura |
Fig. 5 - fase
espulsiva terminale |
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Blocco all’uscita e ristagno di barite a
monte. |
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PROLASSO
ESTERNO |
Il prolasso esterno rappresenta la forma estrema di
invaginazione, con la testa del’invaginato
che affiora dal canale anale , e può essere
non spontaneamente riducibile alla fine
della defecazione.
La prevalenza nel sesso femminile è dovuta alla maggiore
incidenza di stipsi; agiscono da fattori
predisponenti il rettocele, l’isterectomia
ed il cistocele .
Per il sovrapporsi di frequenti complicanze flogistiche o
emorragiche, il prolasso completo esterno
richiede l’escissione chirurgica .
Il manicotto invaginato si spinge nel canale anale,
fuoriuscendo dall’orifizio esterno .
La defecografia mostra le pliche di aspetto circonferenziale
all’esterno del canale e permette di
precisare il punto di partenza del prolasso,
l’estensione cranio-caudale dello stesso, la
mobilità della porzione alta del retto, e
soprattutto l’associazione
con altre anomali ano-rettali come il rettocele e l’enterocele. |
Serie defecografica in soggetto con prolasso
rettale esterno. |
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Fig. 1 - fase di
riposo |
Fig. 2 - fase
espulsiva iniziale |
Il canale anale è parzialmente beante con
fuoriuscita di barite dal serbatoio
ampollare. L’angolo ano-rettale è
quantificabile in 90°. |
Comparsa di introflessione nella parete
posteriore dell’ampolla rettale.
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Fig. 3 - fase
espulsiva in atto |
Fig. 4 - fase
espulsiva avanzata |
Il manicotto invaginato si spinge nel canale
anale determinando dilatazione del tratto
ampollare. |
Il manicotto invaginato è completamente
fuoriuscito dall’orifizio anale esterno. |
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Fig. 5 - fase
espulsiva terminale |
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Il prolasso può essere spontaneamente non
riducibile. Concomita sindrome del perineo
discendente ed enterocele funzionale. |
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Altri sintomi riscontrati nel prolasso
esterno sono:
-defecazione ostruita
-fastidio perineale in posizione seduta
-sensazione dolorosa irradiantesi all’area
socrococcigea accentuata in posizione
assisa, nell’abbassarsi, sotto sforzo e
tosse
-tenesmo rettale
-mucorrea |
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